mercoledì 27 aprile 2011

Tsugumi–Banana Yoshimoto


Titolo:Tsugumi
Autore:
Banana Yoshimoto 


Anno:1989 

 
Editore:Giangiacomo Feltrinelli Editore
Traduzione:Alessandro Giovanni Gerevini

ISBN:
88-07-81294-0 

 
Pagine:158

Trama:
Maria e Tsugumi sono amiche sin dall’infanzia, ma sono anche molto diverse: eppure, durante un’estate particolare, entrambe avranno l’occasione di crescere e conoscersi interamente.

Vi starete chiedendo come mai questa recensione non sia quella riguardante Le Onde di Virginia Woolf, come vi avevo anticipato; ebbene, ho perso i miei appunti. Tutti i miei preziosissimi appunti sul libro della Woolf sembrano semplicemente introvabili. Quindi, finché non li ritroverò, dovrò rimandare la recensione.
Ma ora, senza ulteriori indugi, dedichiamoci alla recensione di oggi.
Tsugumi è un libro molto particolare. La storia si svolge lungo il corso di un’estate, ma a parte questo non sembra seguire una trama: sembra più che l’autrice abbia iniziato ad osservare la vita di Maria, ovvero la nostra protagonista, e ad un certo punto abbia semplicemente smesso di farlo. Ha incorniciato quello che è  stato un periodo importante per lei – oserei dire fondamentale – lasciandoci poi ad immaginare il suo futuro. E’ una cosa che mi è piaciuta molto, anche perché mi è sembrato di essere una “compagna di viaggio” di Maria, d’averla conosciuta un’estate e poi persa di vista, come spesso capita con le vere conoscenze estive: persone che sono fondamentali per quel breve, spesso fantastico periodo, e poi spariscono, sfumandosi nei ricordi.
Anche per questo ho trovato Tsugumi un romanzo “d’estate”, di formazione, di narrazione d’un attimo destinato a imprimersi ma anche, comunque, a scomparire. Mi ha riportato alla mente molti ricordi, situazioni apparentemente del tutto diverse che però, in un dettaglio, richiamavano delle mie esperienze; penso, soprattutto, che sia una sensazione che molti, leggendo questo romanzo, potrebbero provare.
Tornando al romanzo in sé, devo dire che ho apprezzato molto la caratterizzazione di Maria e Tsugumi, le due cugine protagoniste; la prima dolce, tranquilla, è anche la voce narrante del romanzo e trovo che la Yoshimoto sia riuscita a rendere bene e coerentemente il suo punto di vista e il suo carattere, lasciando che ci venisse mostrato dai suoi gesti e dalle sue parole. La sua vita, così come la particolare storia dei suoi genitori (di cui non vi racconto nulla, perché per me è stato un piacere seguire Maria mentre man mano raccontava), ci vengono proposte in maniera tranquilla, ma non per questo distaccata e i suoi discorsi sembrano quasi avere una consistenza leggera; simile alle particolari descrizioni che la Yoshimoto, attraverso lei, ci propone, che appaiono al lettori lievi, brevi ma piuttosto intense, dandoci così un’immagine chiara del mare, del cielo, delle persone. Anche la nostalgia del mare, e la curiosità riguardo alla nuova vita a Tokyo sono state descritte, secondo me, con uguale tatto e bravura.
Tsugumi, invece, ha suscitato in me giudizi contrastanti. Da una parte sembra una piccola divinità (quando sorride, quando è tranquilla, ad esempio), dall’altra non mi sembra di esagerare dicendo che, nei momenti di cattiveria, è orrenda. Alla fine mi ha dato come una sensazione di falsità di fondo: perché è buona, sì, ma mostra e nasconde a seconda dei momenti la sua maleducazione e il suo essere cinica. Tuttavia, in certi momenti mi è sembrato di comprendere la sua rabbia e il suo astio, e di questo bisogna render conto all’autrice, che è riuscita, seppure per brevi momenti, a creare una sorta di empatia.
Inoltre, sebbene sia, come ho detto prima, il racconto di un’estate, ho trovato il rapporto tra Tsugumi e Kyoichi (un ragazzo che arriva nel paesino costiero dov’è ambientata la storia) sviluppato in maniera un po’ troppo frettolosa.
Un brevissimo cenno a parte se lo merita anche Yoko, sorella di Tsugumi, dolce e sensibile, più simile a Maria che a sua sorella, che mi ha fatta sorridere più volte.
In conclusione, vorrei aggiungere un piccolo dettaglio tecnico: ho molto apprezzato il fatto che ci siano sia una pagina in cui viene spiegato come si pronunciano i nomi giapponesi, sia un glossario finale dove trovare la spiegazione di oggetti giapponesi di uso quotidiano.
Come avrete sicuramente capito, questo libro mi è piaciuto; tuttavia, sebbene io mi sia affezionata ai protagonisti, non è uno di quei romanzi che rimangono impressi. E’ una lettura leggera, proprio come la brezza marina di cui parla.

Voto:

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                 7,5


Frasi e citazioni che mi hanno colpita…


  • E poi il mare, anche se non ci si mette più di tanto sentimento, è come se insegnasse qualcosa di preciso a chi lo osserva.
  • La vita è una recita, pensai. Anche se il significato è esattamente lo stesso, rispetto alla parola illusione mi sembrava che fosse più vicina. Quello fu l’istante in cui me ne resi conto, e restai stregata in mezzo alla folla di quella sera. Gli esseri umani accolgono ogni cambiamento del proprio animo in una confusione di cose buone e cattive, e da soli portano quel peso per tutta la vita. Pregando, sempre da soli, di essere il più gentili possibile con le persone a cui vogliono bene e a cui sono vicini.
  • “Per quanto uno possa invecchiare, l’amore è qualcosa che nel momento in cui te ne rendi conto, ormai lo stai già vivendo. Ce ne sono di due tipi, quelli di cui si riesce a vedere la fine e quelli di cui non è possibile. Siamo soltanto noi stessi che possiamo dire di quale dei due si tratti. Il fatto che non si riesca a vedere la fine è il segno che si tratta di qualcosa di enorme. Per esempio, io, quando ho conosciuto la mia attuale moglie, tua zia, all’improvviso ho sentito dentro di me che quella con lei sarebbe potuta essere una storia dal futuro illimitato. […]”
  • Le cose ci passavano davanti agli occhi, e noi diventavamo grandi. Cambiando in continuazione. E coscienti di questo fatto, procedevamo nel nostro cammino. Se, comunque, e avessimo voluto fermare a tutti i costi almeno una, senza dubbio, sarebbe stata quella la serata. Straripante in ogni suo punto di una piccola e serena felicità oltre alla quale non sarebbe servito nient’altro.

Sayonara e alla prossima recensione!

Cami

sabato 23 aprile 2011

Aprile: giornate di sole e di libri (e, incredibile, di premi!)

Ben ritrovati con nostro post mensile, che ultimamente era un po’ finito nel dimenticatoio – mancanza mia, ma ora dovrebbe essere di nuovo tutto a posto.

Innanzitutto, permettetemi di cominciare con una piccola nota di vanità: Bibliomania negli ultimi tempi ha vinto ben quattro premi e vorrei ringraziare personalmente le altre blogger che hanno assegnato questi riconoscimenti, che mi rendono sempre molto orgogliosa. Sono davvero importanti per me.
Andando in ordine cronologico, ringrazio Hobina (il cui blog, Otherworlds, è stata una piacevole scoperta) per il premio Liebster Blog.

Quindi ringrazio la gentilissima Morna, owner di Forgotten Pages, per il Versatile Blogger award.

Infine, doppi ringraziamenti a Phoebes (che forse non lo sa, ma è proprio prendendo ispirazione dal suo blog, Il Tempo di Leggere, che ho deciso di iniziarne uno mio) per due premi: lo Stylish Blogger award e il Versatile Blogger award!



E ora passiamo alla parte cartacea del post, ovvero… i libri scambiati/ricevuti/comprati del mese!

Grazie a Bookmooch, che ormai è diventato il mio spacciatore (libresco) di fiducia, mi sono procurata Lettere a Berlino di McEwan e Il Mago della LeGuin.










Quindi, mi sono concessa un piccolo “sgarro” e ho fatto un acquisto: Il Guerriero di Roma . Sole Bianco di Harry Sidebottom, terzo ed ultimo libro della serie (che sto recensendo e che, come sapete, per ora mi piace molto).


Infine, ho preso in prestito in biblioteca Antigua, Vita Mia di Marcela Serrano.

E per questo mese è tutto! Un bel bottino, non c’è che dire!

La prossima recensione dovrebbe arrivare a breve – c’è stato un cambio di programma riguardo al libro da recensire, ma lo spiegherò bene nel post.

Approfitto del post per augurarvi una buona vacanza e buona Pasqua!

Cami