lunedì 2 novembre 2009

Tokyo Station - Martin Cruz Smith

Titolo:Tokyo Station
Autore:Martin Cruz Smith

Anno:2002

Edi
tore:Arnoldo Mondadori Editore
Traduzione:Renato Pera
ISBN:88-04-50949-X
Pagine:
376

Tr
ama:Harry Niles, ricco uomo d'affari (non del tutto onesti) di Tokyo, ha sempre vissuto un'esistenza segnata dall'essere un gaijin, uno straniero, in Giappone, pur avendoci sempre abitato e sentendosi parte dello spirito giapponese. La divisione si farà ancora più sentita alla vigilia di Pearl Harbour, e lo porterà a scegliere definitivamente la propria natura, tra intrighi politici, vendette lunghe una vita e una passione travagliata.

Questo libro è, senza alcun dubbio,
il racconto di due realtà: la realtà del Giappone prima di Pearl Harbour, e la realtà dell'essere stranieri nel luogo che consideri la tua patria.
Harry Niles è il nostro uomo diviso a metà: gaijin, straniero, perchè figlio di missionari metodisti americani, cresce allevato dalla balia giapponese in un mondo di carta di riso, di ronin (samurai fedeli di una nota leggenda), di
scorribande nei mercati pieni degli odori tipici del paese dove nasce il sole: profondamente giapponese nell'essere, tanto da assomigliare quasi agli altri bambini, non fosse per gli occhi così tondi. Accettato, ma sempre con riserva, sfruttato come bersaglio per esercitazioni con le armi e giochi tra bambini.
Il problema è che, quando i genitori tornano dalle loro inutili "missioni evangeliche", Harry non riesce a relazione nemmeno con loro, così goffi e diversi da tutto il resto che vive ogni giorno.
Da qui
si crea una spaccatura sempre più netta all'interno dell'animo del protagonista, che verrà portata avanti sino all'età adulta e condizionerà profondamente ogni sua azione futura.
Harry è quindi un giappo-americano, un misto tra quello che vuole essere e quello che gli altri vogliono che sia, da ragazzino come da adulto, dove questo taglio netto viene rappresentato anche dalla divisione tra Alice, donna europea intelligente e di fascino (che però avrei preferito fosse caratterizzata meglio, sembra quasi incompleta in certi punti), e Michiko, giapponese indomita, appassionata e insondabile.
Il tema della divisione tra due paese, dell'emarginazione, dell'indecisione, sono affrontati molto bene dal
l'autore, che non li banalizza con inutili discorsi sterili, ma li interiorizza nella narrazione: così il lettore riesce a percepire l'effettivo distacco tra il protagonista, ponte tra le due nazionalità, e i rappresentanti dei due popoli tirati in causa durante il romanzo.

Tornando a lui, Harry, devo dire che è stato tratteggiato bene: non è un protagonista che si deve amare a tutti i costi, nè particolarmente buono o coraggioso. E' accattivante, perchè nella sua disonestà, nella sua ricerca del profitto e del vantaggioso per sè, ha degli slanci di pura carità che, proprio per la sua natura non immacolata, riescono a far percepire l'umanità comunque presente nel personaggio. Insomma, è un cinico arrivista, dedito a soldi, affari, diverse relazioni e qualche scambio losco col governo, ma a modo suo è amabile; certo, compie anche azioni decisamente egoistiche, ma appunto per questo conserva il realismo necessario per non pensare che l'autore voglia farcelo piacere a tutti i costi.
I racconti della sua infanzia, soprattutto del periodo con Kato e Oharu (due personaggi che mi sono rimasti impressi), sono fantastici. Soprattutto la descrizione dei dipinti di Kato: sembrava di averne uno davanti agli occhi. Davvero delle parti piacevolissime, scritte bene e molto interessanti. Il secondo vero protagonista di questo romanzo è il Giappone. Un paese così distante dalla mia quotidianità, così diverso, che mi è stato difficile, inizialmente, figurarlo: man mano, aiutata dalle descrizioni delle persone, dei gesti, delle usanze, sono entrata un poco in questo mondo. Il pregio dell'autore, in questo caso, è quello di riuscire a rendere questo "protagonista" atipico tale da essere compreso anche da noi occidentali; il punto di vista sulla Seconda Guerra Mondiale e su Pearl Harbour, soprattutto, sono molto interessanti a livello storico.
Mi ha colpito particolarmente, in particolare, quello che viene definito Yamato, lo spirito combattente giapponese: una forza che uniforma e incoraggia tutto un popolo, lo copre col concetto di forza, onore, rispetto, disprezzo della paura.
La storia prosegue liscia, senza intoppi, piuttosto avvincente; la fine è particolarmente bella perchè non è positiva, ma realistica.
Il mio unico problema è stato ricordarmi tutti i nomi, che in alcuni caso mi s'incrociavano in testa.
Nel complesso, un libro godibilissimo, piacevole e intrigante.

Voto:

8

Frasi e Citazioni che mi hanno colpita...

  • Non appena aveva inizio la caccia, era sufficiente il suo stato di gaijin perchè fosse proprio lui l'animale da cacciare. E non aveva importanza che portasse i capelli corti come loro, che andasse a scuola con loro, che si vestisse e si muovesse esattamente come loro. Non aveva assolutamente alcuna importanza.
  • "Non c'è nulla di piacevole come una battaglia finta, sai" osservò Harry. "Una battaglia vera è una rissa, una finta è teatro."
  • L'aggettivo "felice", secondo Harry, non si addiceva granchè a Michiko. "Felice" aveva un che di fatuo, faceva pensare ad un pallone pieno di elio, mentre in Michiko era costante la minaccia di un'esplosione ben più assordante.
  • La capacità d'introspezione e la sensibilità ci colpiscono sempre quando le riscontriamo in un altro essere umano.
  • Con un po' di colla, di carta e d'immaginazione un artista avrebbe potuto fare di tutto.

Ciao a tutti e buone letture :)

Cami

2 commenti:

  1. Di Martin Cruz Smith io ho letto "Gorky Park" che mi è piaciuto tantissimo, e ho da poco ricevuto in scambio "Red Square". Non ricordavo avesse scritto anche del Giappone! :)
    Bè, mi tocca aggiungere un altro libro alla wishlist! :)

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  2. Questo è il mio primo libro di MCZ e devo dire che non m'è dispiaciuto affatto... quasi quasi mi segno i titoli che hai scritto ;P
    Ahahah beh dai, non fa mai male un libro in più... (è quello che mi dico quando mi rendo conto del fatto che la mia wishlist è una mezza libreria XD)

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