sabato 7 novembre 2009

Il Cavaliere d'Inverno - Paullina Simons

Titolo:Il Cavaliere d'Inverno (originale: The Bronze Horseman)
Autore:
Paullina Simons
 

Anno:2000

Editore:Sonzogno Editore
Traduzione:Lucia Fochi & Francesca Del Moro

ISBN:978-88-454-2302-4

Pagine:
697

Trama:
Tatiana e Alexander si conoscono sullo sfondo della Russia appena entrata nel secondo conflitto mondiale: si tratta di un colpo di fulmine, un amore a prima vista, che però si rivelerà fin da subito destinato ad essere ostacolato da tutto e tutti. Nel frattempo la guerra continua, sempre più presente e tiranna: i due protagonisti dovranno affrontarla, senza nessun altro aiuto se non loro stessi e il loro sentimento.
Questo libro mi è stato consigliato, per qualcosa come quattro anni di seguito, da una delle mie migliore amiche, che lo elogiava ed esaltava dichiarandolo il proprio libro preferito in assoluto. Io e lei non abbiamo gusti similissimi, ma spesso sulle letture ci azzecca e quindi mi ero creata moltissime aspettative su questo libro.
Queste sono state sia realizzate nel migliore dei modi, sia deluse ampiamente. Ma andiamo con ordine.

Innanzitutto, mi permetto di segnalare che il titolo avrebbe reso molto di più nella versione origianale, che in italiano si può tradurre con Il Cavaliere di Bronzo. Questo perchè la figura della statua del cavaliere è tratta da un poema di Puškin omonimo, che Alexander Belov, il protagonista maschile, regalerà a Tatiana Metanova, la controparte femminile. Tra parentesi, mi ha incuriosito talmente su questo poema, citandone stralci qua e là, che non vedo l'ora di procurarmelo e leggermelo: sembra un'opera che potrebbe piacermi moltissimo. E, sempre a proposito di citazioni, citandone solo un paio di versi mi ha incuriosita riguardo a Robert Frost, che è finito nella mia WishList insieme al Cavaliere :)

Ma passiamo proprio ai protagonisti: Tatiana e Alexander. Per quanto riguarda lei, ho un'opinione altalentante, che oscilla senza alcun ritegno tra disprezzo e rispetto: nelle prime pagine, con questo suo essere una ragazzina senza alcuna cognizione del mondo attorno, delle vere necessità, con quel suo essere così irritante e senza buon senso, volevo già ucciderla. Poi, quando finalmente la realtà la colpisce come un pugno nello stomaco, rinsavisce, e diventa un personaggio forte, deciso, che attraverso le privazioni cerca comunque di dare quel che può agli altri: la comprensione della guerra e degli stenti la riabilitano. Qui, non so proprio perchè, l'autrice tenta di nuovo di ucciderla (metaforicamente parlando) e la fa parlare come una donna da soap opera, con mille sospiri e invocazioni, e "Oh, Alexander!" di qua e di là; ma il lettore ormai sa che Tatiana può essere qualcosa di meglio, e viene accontentato sul finire.
Alexander, invece, è un personaggio più che apprezzabile per la maggior parte del libro; sebbene io non apprezzi alcuni suoi atteggiamenti fin troppo protettivi, talvolta anche eccessivamente violenti, non posso fare a meno di pensare che è lui che si prende sulle spalle le decisioni e i problemi più gravi.
Considero molto importante però, per entrambi, che non siano perfetti: il rischio principale in un romanzo in cui la storia d'amore è preponderante è quello di rendere i personaggi talmente belli e fantastici da risultare noiosi e irreali. Invece, Tatiana e Alexander sono quasi perfetti l'uno agli occhi dell'altra (e viceversa), ma attraverso la narrazione ci vengono mostrati anche i loro difetti: la storia quindi non scade, almeno su questo punto.
Per quanto riguarda i personaggi minori, moltissimi sono odiosi: Dimitri, la maggior parte della famiglia di Tatiana, sono persone che non vorrei mai incontrare! Per fortuna sono solo esseri fittizzi... anche se mi fa rabbrividire il pensiero che esistono persone così nella realtà di tutti i giorni.

Per quanto riguarda invece i contenuti, ho amato la descrizione dell'assedio di Leningrado: la fame straziante, il freddo così intenso da gelare i pensieri e i movimenti, la disperazione di un intera città sono resi benissimo, tanto da coinvolgere il lettore e portarlo sul piano della comprensione di quegli istinti primordiali che sono il bisogno di cibo, di calore, di umanità. La Simons ci dà un insieme di sensazioni, episodi ed emozioni tali da rimanerne decisamente colpiti.
Questa parte, e la fine (che, se non avessi saputo dell'esistenza di un seguito, sarebbe stata talmente triste da farmi piangere), sono quelle che mi sono piaciute di più: toccanti, profonde e soprattutto scritte in modo non banale; un'eccellente prova di scrittura.
Invece ho trovato pesanti, anzi pesantissime, le pagine in cui il romanzo sembra quasi tramutarsi in un Harmony. Non dico niente per evitare anticipazioni; sappiate solo che è un concentrato di zucchero caramellato, frasi ad effetto messe lì senza un perchè, esperienze private che avrei preferito rimanessero tali e cose del genere. Insomma, questa è la parte solluccherosa che mi infastidisce nei romanzi rosa, e che speravo, dato l'inizio così promettente, di evitare.

Piccolo particolare che mi è piaciuto molto: i vezzeggiativi russi. Ne esistono un'infinita per ogni nome e mi sono sembrati davvero belli, ognuno speciale e diverso a modo suo. Come se ci fosse un vezzeggiativo per ogni tipo di relazione e affetto.

Tirando le somme, un libro che nonostante la mole si fa apprezzare, scorrevolissimo e piacevole; nonostante i difetti citati, merita di essere letto :)

Voto:
8,5

Frasi e Citazioni che mi hanno colpita...
  • "Mio Dio, se esisti da qualche parte, per favore insegnami a nascondere quello che non ho mai imparato a mostrare".
  • Ed è triste andare avanti per settimane, pensando che vada tutto bene, mentre costruiamo la nostra vita su fondamenta già distrutte.
  • Be', lei era adulta. Gli adulti fingono meglio.
  • "Da quanto tempo siamo qui?" "Non lo so. Minuti?" "Dov'è il tuo orologio esatto?" "Non l'ho portato. Volevo che il tempo si fermasse."
  • La tua presenza in me è più forte di una bomba, di una scarica di pallottole. Tu hai messo il tuo cuore al posto del mio.
  • Vivo costantemente con la paura che le parole siano tutto quello che mi rimarrà di te.

Ciao ciao :)

Cami

2 commenti:

  1. Ho sempre storto il naso di fronte a questo titolo, un po' mi incuriosiva, ma pensavo che non fosse proprio il mio tipo di romanzo. In parte il tuo commento mi conferma questa impressione, però mi hai anche definitivamente convinta a provare a leggerlo, perché, a parte la storia d'amore, mi pare effettivamente molto bello! :)

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  2. Beh, io te lo consiglio vivamente :D Purtroppo c'è circa un centinaio di pagine in cui appunto diventa un Harmony scadente (e che scende troppo nei particolari, secondo me), ma per il resto è molto bello :)

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