lunedì 28 settembre 2009

Una Sporca Storia - Luis Sepúlveda


Titolo: Una Sporca Storia (originale: Moleskine, apuntes y reflexiones)
Autore: Luis Sepúlveda

Anno: 2004

Editore: Ugo Guanda Editore
Traduzione: Ilide Carmignani
ISBN: 88-8246-765-1

Pagine: 218

Trama: Raccolta di riflessioni e scritti, tutti tratti dalle Moleskine scritte tra il gennaio 2002 e il marzo 2004. L'argomento è libero, ed affronta temi sociali e scottanti, relazioni personali e problemi cari allo scrittore cileno.




Di nuovo, senza saperlo, mi sono trovata a leggere un saggio, una raccolta di testi: visto che solitamente mi dedico ai romanzi e alla narrativa, sono delle piacevoli escursioni in un mondo a me "sconosciuto". In più, mi piace molto l'idea che prima di essere carta stampata, queste erano riflessioni affidate a dei bellissimi quadernini Moleskine (che, personalmente, adoro).

Sin dalle prime pagine si riesce a percepire forte e chiara la natura rivoluzionaria, pensatrice e indomita dell'autore; una persona che, in parole povere, di certo non le manda a dire. Il primo capitolo è un'ottima apertura, forte, decisa e passionale: penso sia soprattutto a causa dell'argomento (la dittatura e la libertà in America Latina), visto che hanno toccato l'autore da molto vicino.

E proprio l'America Latina, il sentirsi parte di una comunità ispanica-latina, e soprattutto l'amore per la propria patria, sono un argomento fondamentale in questa raccolta: la maggior parte degli scritti, infatti, verte su argomenti quali i concetti di amore per la patria (ma non a livello di nazionalismo incallito e stupido), di rispetto della libertà individuale, di necessità di rinnovamento e comprensione del fatto che l'America Latina non è solo un giocattolo nelle mani dell'America del Nord e delle multinazionali. A tutto questo si aggiunge una forte rabbia per il golpe, i diritti violati, i desaparecidos, le ingiustizie, l'apatia del G8 riguardo i problemi mondiali, le guerre (principalmente quella in Iraq) e la delusione di vedere, spesso, che i cambiamenti auspicabili non vengono mai attuati: questo si traduce nella maggior parte dei casi in un attacco feroce, anzi decisamente feroce, contro l'allora presidente G.W. Bush (definito spesso come "l'intellettuale texano", ovviamente con ironia), l'allora Presidente del Governo Aznar, l'allora Primo Ministro francese Chirac, e qualche volta anche il "nostro" Berlusconi viene citato tra queste pagine (e decisamente in modo non positivo, sia nei riguardi della sua persona che dell'Italia; semplicemente, siamo comparati spesso alla Spagna per l'inettitudine dei governanti e oltretutto siamo citati quasi esclusivamente per gli scandali del Cavaliere e per la mafia. Davvero una bella figura! Lasciamo perdere, meglio...). Tutto questo ardore politico, mischiato ad una buona quantita di rabbia repressa, porta ad un umorismo accattivamente, divertente ma con un sorriso d'amarezza, che tuttavia qualche volta cede al risentimento e si trasforma in una critica che si dimentica di proporre soluzioni. Tuttavia, visto che questi testi erano nati sotto forma di sfogo personale, è lecito pensare che fossero solo degli exploit dell'autore, magari proprio nel momento in cui sentiva la notizia che aveva suscitato tali sentimenti d'ira.

Ma, oltre all'impegno politico e sociale, emerge un'altra faccia di Sepúlveda, quella comica-narrativa: gli elogi agli amici perduti (davvero toccante, in questo senso, il ricordo del "fratello" Sergio Leiva: pagine di dolore che commuovono), i racconti di storie semplici quanto interessanti, i pensieri sottintesi in narrazioni umoristiche sono uno dei punti di forza di questa raccolta. Ad esempio, mi è piaciuto molto il capitoletto L'enigma delle percentuali e dei punti, dove si ironizza sulla mania delle statistiche, mi ha fatto sorridere la storia di Kid Tropea, pugile milanese descritto ne L'ultimo combattimento di Kid Tropea, mi ha fatto proprio ridere di gusto la personale epopea dello scrittore al check-in di un aereoporto nel capitolo Il Giustiziere e ho trovato divertente l'introduzione allo scritto Yo por ellos, madre, y ellos por mi, in cui l'autore invoca la canonizzazione di un calciatore (Casillas, e non si può non essere d'accordo) dopo una bella partita, come farebbe un qualunque tifoso, un qualunque uomo normale.

Perché Luis Sepúlveda, prima di essere uno scrittore, è un essere umano: e questo libro ne è la dimostrazione, la più semplice, perché svela l'uomo nei suoi pregi e nei suoi difetti.


Voto:

7,5


Citazioni e Frasi che mi hanno colpita...

  • È la più bella di tutte le parole perchè racchiude un desiderio che si può pronunciare solo libero da qualunque cinismo, perchè si risponde ripetendola con la stessa sincerità. Shalom, che la pace sia con te, shalom, che la pace sia con noi.
  • Impariamo che la pace è la strada più difficile perchè richiede risposte molto complesse a problemi che i guerrafondai presentano con stupefacente semplicità.
  • Impareranno che si può perdere anche la dignità e che i bulli non sono particolarmente gentili con la gente ossequiosa? Impareranno che le nazioni sono veramente grandi quando si dedicano senza cedimenti al più grande compito umano: la convivenza pacifica?
  • Quando accadrà, al calduccio del focolare, potrò dire che ho portato a termine tutti i compiti che mi ha affidato la vita, e la certezza della morte sarà come starsene nel bar di una stazione a bere un bicchiere di vino mentre aspetto il treno per l'ultimo viaggio.


Alla prossima!

Buone letture a tutti,

Cami

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